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Reviews
The Wicked Gift (2017)
Horrible and pathetic
This film is horrible and pathetic. Directed by some kind of a 12 years old kid with a strange idea of how a horror movie should be done. There is no tension or mystery. It is just awful. The real mystery is: why is everyone sleeping with the lights on? I don't know, I really can't save anything out of this garbage. Don't waste your time.
6 giorni sulla Terra (2011)
Maccio Capatonda colpisce ancora!
6 Giorni sulla Terra è un film comico parodia dei classici filmetti di pseudo-fantascienza sui rapimenti alieni. Abbracciando una corrente newage, il film propone una teoria originalissima secondo cui gli alieni si nutrirebbero dell'anima umana, intortandosi in vari modi delle ragazzine in calore. Questo rimanda non poco alla classica commedia pecoreccia nostrana degli anni settanta, tanto che durante le scene di sesso non è difficile immaginare Alvaro Vitali e le sue classiche simpaticissime smorfie che tanto ci hanno divertito durante la nostra gioventù. Anzi, Alvaro Vitali è effettivamente l'unica pedina mancante per completare il quadro.
Mi sento di consigliare il film per quattro risate con gli amici, magari mettendolo dopo Alex L'Ariete, un altro capolavoro della cinematografia italiana. Un grazie sentito al regista, allo sceneggiatore e soprattutto agli alieni che si sono concessi a questo simpatico siparietto di spensierata gaiezza.
La città invisibile (2010)
Tentativo risibile
Il film è un tentativo risibile di raccontare il dopo terremoto dell'Aquila sottoforma di commedia giovanile, che ricorda molto le produzioni mocciane (pure troppo...) strizzando l'occhio all'ultima generazione di adolescenti cerebrolesi. Sì perchè tra sofferenze e disagi della popolazione aquilana costretta a vivere nelle tende, ci sono anche le prime esperienze sentimentali di un gruppo di giovani che, nonostante godano di un'ottima cultura (tutti universitari, chi fa medicina, chi scienze della comunicazione...) sembrano sottoprodotti del medioevo.
Scopriamo così che gli aquilani per qualche motivo hanno una paura infondata dei vicini romeni, dimostrandosi un tantino razzisti. Per intenderci: un romeno salva una ragazza dal terremoto e come ricompensa viene ghettizzato dal padre della fanciulla. Il senso? Ah... nessuno. Nessun senso logico. Ma il tema del medioevo ritorna anche per quanto riguarda l'amore: mentre Valeria si comporta come una specie di ninfomane, Lucilla si sente sporca per aver solo desiderato baciare un ragazzo. Perché? Forse, e ripeto forse, per il trauma subito durante il terremoto. Cosa c'entrano le due cose? Niente. E così si prosegue tra gag pietose e personaggi bidimensionali che fanno cose prive di senso. Mi sto ancora chiedendo cosa c'entrassero i clown in tutta la faccenda e perché il nonno non si sia tolto la vita risparmiandoci la sua fastidiosa presenza per tutta la pellicola.
Insomma, un film pessimo, figlio di una cultura totalmente assente. Se fossi aquilano, protesterei per questa robaccia. Unico neo positivo il personaggio del batterista, a cui è stato dato il compito di fare tutte le uscite comiche minimamente divertenti. Persino Cirilli appare patetico nelle vesti del prete che non sa fare il prete (mitica la scena in cui non sa cosa dire al ragazzo romeno che gli chiede conforto). Sconsiglio vivamente a chiunque di perderci tempo.
Never Let Me Go (2010)
Qualche piccolo grande problema
Mi sono avvicinato a questo film senza sapere di cosa parlasse, pensavo fosse semplicemente un film drammatico, magari una classica storia d'amore portata avanti con mille difficoltà. Mi son trovato invece, con mia sorpresa, a guardare un film di fantascienza, una distopia ambientata più o meno ai giorni nostri e nel recente passato. In pratica una storia sui cloni e sulla donazione di organi.
Compresa questa premessa, non ho più potuto evitare di pensare ad un film recente, del 2005, chiamato The Island. Un filmetto, intendiamoci, votato più all'azione frenetica che all'introspezione e all'analisi delle mille problematiche relative alla tematica affrontata. A parte questo i due film si basano esattamente sulla stessa identica premessa. Cloni creati (coltivati) al solo scopo di utilizzare i loro organi per curare le persone "normali".
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, Non Lasciarmi (tratto da un romanzo del 2005... che coincidenza!) nonostante voglia sembrare a tutti i costi maggiormente curato dal punto di vista di personaggi e introspezione (insomma culturalmente più alto), risulta invece totalmente assurdo, ancora più assurdo di The Island. Sì perchè The Island si basava su un fattore che Non Lasciarmi inspiegabilmente ribalta: nel primo i cloni sono tenuti all'oscuro circa il loro orribile destino (opzione realistica), nel secondo i cloni invece sanno benissimo a cosa vanno incontro (ma stiamo scherzando?!). Questo rende totalmente irreale tutto ciò che viene presentato su schermo. Chi vorrebbe essere carne da macello? Chi sosterrebbe un'intera esistenza senza tentare di sfuggire a questo fato? E così assistiamo alla storia strappalacrime di tre cloni destinati al macello che accettano senza problemi il tutto, finché non scoprono l'amore. A questo punto si chiedono se non sia possibile rimandare la propria morte (chiamato "completamento"), e ad una risposta negativa, accettano la cosa e si lasciano macellare per bene. Fine. Che senso ha? Come si può provare empatia con personaggi che si struggono per amore, ma per il resto sembrano bovini senza cervello?
Quindi ribadisco: l'intera storia si basa su concetti totalmente irrealistici, puntando probabilmente ad un target non proprio familiare con la vera fantascienza, che obbliga il lettore/spettatore a porsi 1000 domande e tenta di fornire SEMPRE altrettante risposte. Insomma, un film furbetto, molto curato per certi aspetti (ambientazione), ma che ha un grosso buco nella trama che ad alcuni potrà dare davvero fastidio.
Wristcutters: A Love Story (2006)
Un film molto interessante
Wristcutters è un film da vedere. Rappresenta quel genere di film che nessuno conosce e becchi per caso in videoteca o su internet in quei giorni che non hai proprio altro da vedere. E che sorpresa! Nei primi 10 minuti ti rendi conto di guardare un lavoro quasi amatoriale (vedi "carenza di fondi" e "carenza recitativa") ma assolutamente geniale nelle trovate e nella trama dalle mille implicazioni.
Il film ci parla di Zia, un ragazzo che si taglia i polsi dopo essere stato lasciato dalla fidanzata e che si risveglia in un mondo parallelo popolato da soli suicidi. Un mondo totalmente uguale al nostro, ma più brutto, dove nessuno può essere felice e i colori sono spenti. Zia si rifà una vita lavorando in una pizzeria, ma pur sempre serbando un forte amore per la sua ex ragazza. Finché non scopre che anche lei si è suicidata e inizia un viaggio per ritrovarla...
Ciò che rende molto particolare la pellicola sono le mille situazioni ambigue, dai miracoli inutili (come cambiare colore agli oggetti con il tocco) a quelli inutili ma poetici (come i fiammiferi che salgono verso il cielo a creare le stelle). I personaggi stessi poi sono un mix di assurdità che lascia lo spettatore più di una volta a bocca aperta.
Insomma una vera e propria perla nel mare di "commedie romantiche" tutte identiche, che per un brutto scherzo della distribuzione è semi sconosciuta al grande pubblico. Potrei descriverlo come una specie di Eternal Sunshine of the Spotless Mind, ma più grottesco. Insomma sicuramente da vedere e rivedere.
Febbre da fieno (2010)
Non ci siamo...
Premettendo che in generale odio il cinema italiano (se si può chiamare cinema), devo ammettere che nutrivo qualche speranza per questo Febbre da fieno. Dal trailer e da alcuni commenti immaginavo potesse distaccarsi dal filone classico della commedia romantica italiana (Moccia, Muccino e simili), ma purtroppo lo fa solo in parte e non aggiunge comunque praticamente nulla alla minestra riscaldata a cui siamo abituati ormai da troppo tempo.
Il film si concentra sulle vicissitudini sentimentali di quattro personaggi, ognuno dei quali ha evidenti problemi nell'approcciarsi con l'altro sesso. Questi trentenni (che dal comportamento infantile potrebbero essere benissimo ventenni) non riescono a trovare l'anima gemella, anche se nel film pare non si sforzino più di tanto. Chi insegue un attore famoso, chi per qualche ragione non si dichiara apertamente pur intravedendo un esito positivo (timidezza? paura? Boh, non si sa). E... basta. Il film è questo. Quattro sfigati che non concludono nulla e che campano non si sa bene con quale stipendio (lavorano in un negozio in bancarotta). E il finale totalmente assurdo, roba da chiedersi davvero per quale motivo sia stato deciso questo twist, non solleva le sorti della pellicola.
È un peccato, davvero un peccato, perchè era sicuramente un'occasione per tirare fuori un film decente, lontano dagli stereotipi su menzionati. Attori che non sanno recitare, inespressivi come capre (il protagonista maschile), che fanno scelte inesplicabili (perchè la protagonista tentenna fino all'ultimo quando c'era già stato qualcosa nel museo?) e vanno incontro a un destino filmico davvero fuori da ogni parametro dopo 1 ora e mezza di pellicola (sempre la protagonista), ecc ecc. Insomma non si salva quasi nulla, a parte musica e fotografia. E questo fa male, molto male. Perché significa che anche tentando di allontanarsi da Moccia, noi italiani non riusciamo comunque a combinare nulla di buono.
I Am Number Four (2011)
Operazione Twilight
Twilight insegna. Prendi un prodotto e riempilo di ragazzini a torso nudo con il mascellone che si innamorano della ragazza bella ma incompresa perchè troppo intelligente per la media dei ragazzi esistenti nel mondo, con una spruzzatina di azione mista a romantici dialoghi al limite del patetico. Sottrai quindi tutto ciò che contraddistingue il genere (in questo caso originalità e idee fantascientifiche) e avrai infine il prodotto perfetto per ragazzine dai 12 ai 99 anni. E sottolineo ragazzine. Vi sembro sessista? Aprite gli occhi.
Se siete interessati ad un film di fantascienza, questa roba non fa per voi. Guardabile è anche guardabile, purtroppo però Sono il Numero 4 (ma che razza di titolo è????!!) è una copia venuta male di Superman, in tutto e per tutto. La trama è la stessa, il patema del protagonista è lo stesso, l'unica cosa che cambia sono le lucine che si accendono nelle mani del figo di turno. La fantascienza presente è pari a zero. L'unico motivo per vederlo sono i protagonisti, se siete interessati a loro, altrimenti si può tranquillamente evitare. Vuoto come la scatola cranica del target di riferimento.
Amanda Knox (2011)
Mi aspettavo peggio
Mentre guardavo il film, tra una risata e l'altra (gli americani non si smentiscono mai), pensavo che in fondo tutte le voci che hanno accompagnato la pellicola fin da quando venne annunciata erano del tutto infondate. Sebbene il film faccia più o meno schifo, televisivamente parlando, sfiorando la qualità delle nostre fiction, gli autori hanno comunque "tentato" di non essere di parte, evitando accuratamente di mettere in buona o cattiva luce i protagonisti.
Alla fine ciò che si evince è sicuramente che in Italia la giustizia funziona in un modo molto misterioso. "Insane" (malato) viene definito dalla madre di Amanda Knox e invece di ribattere che semmai sono gli americani quelli strani (Guantanamo, pena di morte, ecc), il suo avvocato italiano piega la testa e fa un cenno di assenso. AH AH! Non sono un ipocrita, so quali sono i problemi che affliggono l'Italia, ma alla fine il film sembra promuovere l'idea che Amanda è stata condannata perchè i magistrati d'Italia non sanno fare il loro lavoro. A sostegno di questo vi sono vari altri "indizi", come un processo che sembra immediato, una accusa che si "inventa" bugie (quando è chiaro che sia la protagonista ad aver sempre mentito e cambiato costantemente versione), ecc. Alcune domande rimangono senza risposta, soprattutto quella che mi son fatto fin dall'inizio: ma perchè parlano tutti in inglese inserendo di tanto in tanto due o tre vocaboli italiani? Sembra che il problema della lingua (con cui la vera Amanda ha avuto problemi durante il processo) non costituisse un tema abbastanza interessante per gli sceneggiatori.
Così un'ora e mezza di film vola via abbastanza velocemente, tra una inesattezza e un grande quantitativo di comicità involontaria, con Panettiere abbastanza decente nel suo ruolo e il resto del cast che si arrangia come può. Non male neanche il soundtrack. Insomma mi aspettavo di peggio, e invece ho trovato un prodotto abbastanza decente. Ne consiglio la visione soprattutto per farsi un'idea su come il processo a Knox e Sollecito sia visto da una parte del mondo, fuori dall'Italia.
The Fall (2006)
Quadri in movimento
L'impressione è quella avuta con The Cell: ogni inquadratura di The Fall è un quadro in movimento, pura arte visiva da cui tutti i cineasti dovrebbero imparare. Purtroppo però se fotografia e scenografia risultano ai massimi livelli, non si può dire altrettanto di sceneggiatura e recitazione.
La trama banale, molto diluita in due ore di pellicola, ci parla di una bambina che incontra uno stuntman in ospedale, il quale le racconta una storia piuttosto confusionaria su un gruppo di eroi che devono sconfiggere un malvagio dittatore. Si scoprirà poi che i fatti narrati sono connessi alle vicissitudini amorose dello stuntman, fino ad un epilogo imprevedibile (e un tantino inverosimile nella sua crudeltà).
La bambina risulta odiosa, ma forse solo per via del doppiaggio italiano, e persino alcuni degli eroi fantastici hanno un carisma pari a zero. Fatto sta che nessuno degli attori sembra davvero calato nella parte, cosa che cozza fortemente contro la magnificenza delle ambientazioni e degli accorgimenti visivi. Il film è sicuramente da vedere, come detto, alcune trovate tolgono davvero il fiato, ma non bisogna aspettarsi nulla da tutto il resto.
Black Swan (2010)
Sopravvalutato
Darren è un gran furbone. Sa come far parlare delle sue creature anche se a ben vedere, molte di queste sono spudoratamente sopravvalutate, pompate da una critica forse troppo abituata alle porcherie e per questo attratta come una falena verso il primo barlume di luminosità che spunta nella notte. Il cigno nero non fa differenza, è un dramma ben studiato per insinuare un certo fastidio crescente nello spettatore, ma si ferma un attimo prima di comunicare davvero qualcosa.
La trama è scarna all'inverosimile, una giovane deve interpretare il Cigno Bianco e il Cigno Nero, ma per via della sua natura e probabilmente di altri fattori (il rapporto con la madre, su tutti) non è in grado di calarsi nella parte "oscura" del Cigno Nero. E mentre si avvicina il giorno della prima, perde gradualmente la testa in una lotta, tutta psicologica, con il suo alter ego interpretato da una seconda ballerina molto più "sbarazzina". La protagonista si trasforma letteralmente in un Cigno Nero fino a giungere al punto di non ritorno.
Purtroppo in quasi due ore di film accade ben poco e la pellicola si regge esclusivamente sul dualismo delle due ballerine e sulle orribili visioni della protagonista. Queste però non aggiungono poi molto alla storia, e come per Requiem For A Dream ad un certo punto diventano quasi noiose nella loro ripetitività. Così il film diventa confuso e lo spettatore si chiede se qualche visione non potesse venire tagliata fuori per lasciare spazio a qualche spiegazione sul background dell'acerrima nemica della protagonista o della madre o ancora dello spietato direttore del balletto (personaggio quello di Cassel che non viene MINIMAMENTE approfondito). Insomma un bel dramma, ma compiuto solo a metà ed elogiato più del dovuto.
Rabbit Hole (2010)
Molto bello
Gran film questo Rabbit Hole, passato completamente inosservato al cinema qui in Italia, rappresenta forse uno dei migliori esempi del genere. La trama ruota attorno ad una coppia di coniugi che ha perso un figlio ed esamina il modo in cui entrambi vivono questa drammatica piega che ha preso la loro vita e il loro matrimonio.
Kidman e Eckhart sono calati perfettamente nella parte e incarnano bene o male due facce della stessa medaglia. Quello che colpisce maggiormente comunque sono i dialoghi molto ben congegnati e la situazione che va a crearsi con le persone che ruotano intorno alla coppia, tra cui un giovane ragazzo di cui all'inizio non comprendiamo chi sia. Insomma un film drammatico straconsigliato.
Somewhere (2010)
Inammissibile lentezza e assenza di contenuti
Ho adorato Lost in Translation, e non mi sono dispiaciuti i precedenti film della Coppola, ma questo Somewhere si merita di essere stroncato nel peggiore dei modi. C'è un limite a tutto. Non si può fare un "film" di un'ora e mezza in cui non succede NIENTE, non c'è una TRAMA, non ci sono DIALOGHI e peggio non c'è motivo per lo spettatore di continuare la visione. Semplicemente un mezzo documentario su un attore fallito che passa le giornate a far sesso e occuparsi della figlia. Se piazzassi una videocamera nel mio sgabuzzino, tirerei fuori un'opera di intrattenimento sicuramente con più spessore di questo film.
Vediamo quest'uomo che dopo 5 minuti di ripresa fissa in cui non fa nulla cambia stanza e continua per altri 5 minuti a non fare nulla. Poi legge un messaggio sul cel, fa sesso con una donna a caso e cambia stanza. Poi fa un giro in macchina. Poi scambia due parole a caso con la figlia (cosa che dovrebbe far riflettere lo spettatore sul loro rapporto, ecc ecc, se solo non fossero parole a caso e prive di qualsiasi significato nella maggior parte delle volte). Poi va in Italia e c'è uno spettacolo patetico di 2 attori in croce italiani (tra cui Valeria Marini... cosa c'entra VALERIA MARINI???). Poi finisce il film e ci si chiede che diavolo abbiamo appena visto e cosa si è bevuta la Coppola per produrre una simile indecenza. Non trovo davvero alcun modo per giustificare un simile spreco di tempo, denaro, e buoni attori. Ne sconsiglio vivamente la visione.
Shadow (2009)
Prova superba, ma un tantino banale
Zampaglione si conferma un ottimo regista, ma purtroppo uno sceneggiatore mediocre. Shadow non sembra neanche un film italiano grazie alla cura infusa, soprattutto nella fotografia e nel montaggio, ma pecca sul piano della sceneggiatura. La storia prende a piene mani da pellicole del passato, soprattutto da Allucinazione Perversa, quasi plagiato nelle tematiche e nel twist finale, e i videogiochi della serie Silent Hill. Ma la pellicola mantiene comunque una certa tensione e scorre via senza intoppi. Ottime location e un ottimo cast fanno sì che lo spettatore non provi mai noia, soprattutto nella prima parte della pellicola in cui i protagonisti non si sono ancora imbattuti nell'ombra.
Scott Pilgrim vs. the World (2010)
sopravvalutato
Ho visto Scott Pilgrim solo perché ne sentivo parlare bene un po' ovunque. Voci di quanto fosse folle mi avevano fatto sperare in un film più o meno originale e godibile... e invece no. Per quanto abbia apprezzato lo sforzo, sinceramente, la pellicola è troppo lunga e al terzo o quarto combattimento senza senso mi veniva solo da sbadigliare.
Chiaro che il film con la sua trama che ricorda più Guitar Hero che una commedia adolescenziale è diretto ai giovani d'oggi, ma plagiare impunemente la struttura di quella mezza schifezza di "Resurrection of the Little Match Girl" è imperdonabile. Così come Hot Fuzz era una mezza scopiazzatura di quella perla della comicità di Kopps. Insomma Wright qualcosa di originale non riesce proprio a farla.
A parte questo, il film scorre veloce, proponendo personaggi piuttosto stereotipati (nonostante sembrino cool), le cui azioni non vengono mai spiegate a dovere (il discorso della tinta ai capelli è patetico, come quello del coinquilino gay). Insomma divertente in alcuni aspetti, con un montaggio particolare e frenetico, ma altamente sopravvalutato. Consiglierei al massimo un noleggio.
Inception (2010)
bello ma non perfetto
Inception è una boccata d'aria fresca per il cinema di fantascienza, in cui finalmente si torna ad usare il cervello oltre che gli effetti speciali. Esattamente ciò che ci si aspetta da quel genio visionario di Nolan, che fin qui ci ha abituati davvero bene.
La trama parla in generale di sogni e subconscio e della possibilità, attraverso una particolare tecnologia, di manipolare le persone attraverso i loro sogni. Curioso come questo film sia uscito nelle sale proprio l'anno della morte di Satoshi Kon che con il suo Paprika aveva esplorato proprio questa possibilità (in termini di sogno condiviso, realtà e sogni che si mischiano, ecc).
Purtroppo, sebbene il film mi sia piaciuto tutto sommato, avrete capito che non parla di cose esattamente "originali" e questo, oltre la complessità, è forse uno dei maggiori nei che ho notato. Saltano alla mente Matrix (inception: "questa è la libreria" - Matrix: "questo è struttura" - notate la somiglianza?), il già citato Paprika, The Cell (con il suo perdersi nella psiche altrui) e altre pellicole simili.
Ciò che fa apprezzare Inception comunque, oltre agli effetti visivi, è sicuramente la struttura che sorregge l'intera trama, congegnata fin nei minimi particolari e che per essere digerita totalmente necessita una seconda visione. Pro o contro? Sta allo spettatore decidere. E per questo consiglio il film solo alla gente in grado di usare la materia grigia durante lo spettacolo.
Zombieland (2009)
divertentissima commedia zombie
Zombieland è una commedia sul mondo degli zombie. Più che fare una parodia dei classici, descrive una storia abbastanza fresca, originale e divertente. Il protagonista è il tipico nerd che proprio grazie alle sue fobie e paranoie riesce a sopravvivere all'avvento degli zombie. Unendosi ad un gruppo di altri tre sopravvissuti cercherà di raggiungere casa dei suoi in un altro stato. Durante il viaggio il quartetto si imbatte in una miriade di situazioni bizzarre e risolverà tutto in modo MOLTO trucido.
La cosa più divertente del film è che non si prende mai troppo sul serio, pur cercando di mantenere una certa sobrietà specialmente durante le scene "romantiche" tra i due protagonisti. Alla fine la pellicola non mostra altro che quattro persone a caccia di zombie, scadendo a volte nello splatter fine a se stesso. Comunque a parte i teenager, il film punta anche ad un target di età maggiore, con una serie di esilaranti rimandi a film ed eventi del passato (mitica la lunga citazione ai ghostbusters). Perciò lo consiglio sinceramente a tutti quelli che vogliono farsi una sana risata senza pensieri.
The Road (2009)
molto fedele al libro
Visto dopo aver letto il libro, ho apprezzato il fatto che la pellicola non abbia stravolto nulla, ma anzi abbia aggiunto molto pathos ad alcune scene che nella mia mente avevo dipinto in altro modo.
Per chi non conoscesse la trama, il film parla di un viaggio di un uomo e di suo figlio verso sud, dopo un evento devastante che ha decimato la razza umana, ha stravolto la natura e ucciso animali e vegetazione. Il tipico scenario post-apocalittico MOLTO (al limite del plagio) simile a quel capolavoro videoludico che è Fallout 3 - visivamente parlando.
La storia bene o male si limita a questo, e non è molto differente da tutti i grandi classici sul tema, e in questo non condivido affatto gli elogi a Cormac McCarthy, che secondo me è solo un gran furbone. Ciò non toglie che sia comunque un dramma molto intenso, una pellicola in cui gli ultimi umani sono mostri senza speranza e la natura è morta.
Consigliato a chiunque (tranne i bambini naturalmente), tenendo comunque conto che il film è molto lento e "vuoto", nel senso che non ha trama né dialoghi, ma solo scene struggenti inanellate tra loro per un'ora e mezza.
Love Happens (2009)
putrida americanata
Ci sono modi e modi per costruire una commedia romantica, con un pizzico di dramma dentro per far versare qualche lacrima. Il modo affrontato da Qualcosa di Speciale è forse il peggiore. Il film è una americanata tale che in più occasioni si rimane di stucco ad osservare valanghe di cliché e luoghi comuni scontrarsi con dialoghi imbarazzanti e scene patetiche.
La storia è quella di un uomo che ha scritto un libro dopo la morte della moglie e tiene seminari sulla morte e la vita dei parenti in tutta l'America. Finché un giorno si innamora di una fioraia il cui carattere e le cui azioni non hanno il benché minimo senso logico.
Più volte guarando la pellicola ho pensato che sarebbe migliorata. Guardavo le parole scritte dietro i quadri e pensavo: AH! Adesso spiegheranno perchè lo fa. E invece fino alla fine nulla. Stessa cosa per le scene patetiche, sperando che quella appena vista fosse l'ultima. E invece arriviamo ad un finale che più misero e buonista non poteva essere. Senza contare il fatto che tutta la storia d'amore tra i protagonisti non si capisce esattamente su che basi si fonda: per tutto il film i due appaiono imbarazzati e distanti e sinceramente non sembrano affatto presi l'uno dall'altra. Perciò, alla fine, mi è sembrato davvero tutto sbagliato.
Premonition (2007)
inutilmente ingarbugliato per una storia banale
Cosa fare per rendere una storia banale e trita, come quella delle premonizioni, un boccone meno amaro? Incasinare il tutto con salti temporali della protagonista disposti a casaccio! Come idea potrebbe anche essere interessante, se solo non ricalcasse 1000 altri film simili infarcendo il tutto con un sacco di robe totalmente inutili.
La trama a grandi linee è questa: la protagonista perde il marito in un incidente d'auto, il giorno dopo si sveglia e l'incidente non è mai avvenuto. Poi si sveglia il secondo giorno, e l'incidente è accaduto, ecc. La cosa divertente è che neanche la protagonista capisce come avvengono questi salti temporali e trova serie difficoltà a stabilire quando e come morirà effettivamente il marito (emblematica la frase "se domani è XX svegliami prima di partire"... cioé neanche la Bullock ci ha capito qualcosa...) Sebbene la recitazione sia ok, ingarbugliare il tutto risulta quasi un espediente per giustificare la mancanza di vere idee originali degli sceneggiatori. Non sapevano cosa fare e hanno semplicemente mischiato le carte (come testimonia il tabellone che la protagonista crea per capirci qualcosa). E poi per causare il mal di pancia hanno pure inserito 10 minuti buoni di paranoie religiose sulla fede, che nulla c'entravano con la storia. La protagonista avrebbe potuto rivolgersi ad un fisico invece che ad un prete, e avrebbe trovato sicuramente molte più risposte sulla possibilità (o impossibilità) di alterare il futuro.
Insomma un film davvero mediocre, salvato solo dai capezzoli sempre in primo piano della Bullock (fateci caso).
The Innocents (1961)
gran film dimenticato
The Innocents (o come è stato ribattezzato orribilmente in Italia "Suspense"...) è uno di quei vecchi film che ti fa pensare a cosa fosse un tempo il mondo del cinema rispetto a ciò che è diventato oggigiorno. La pellicola è un thriller psicologico, che paragonerei al recente The Others per tematiche e ambientazione, ma costruito sui tre enigmatici protagonisti e i rapporti tra di essi più che su un dato avvenimento.
La storia narra di una giovane governante alle prime armi che deve prendersi cura di due bambini in una villa in campagna. Ma la donna si accorge che ci sono altre presenze che infestano la casa e che i bambini sono i primi ad esserne coinvolti in modi misteriosi. Tutto procede come in una classica storia di fantasmi, se non fosse per il fatto che forse è tutto frutto della mente malata di questa inesperta governante...
Il film è molto criptico e non fornisce tutte le risposte ai misteri proposti, lasciando che lo spettatore decida da solo in cosa credere. Facendo questo, toglie ogni sicurezza e non lascia stabilire chi è il vero antagonista della vicenda. Le parti migliori sono sicuramente i comportamenti anomali dei bambini, come le loro misteriose bugie, i bisbigli notturni e il famoso bacio (che ha ispirato la canzone The Infant Kiss di Kate Bush, altra opera d'arte). La componente sessuale, stranamente per l'epoca, in effetti è MOLTO presente, e costituisce l'ossatura del mistero che coinvolge i bambini. Fondamentalmente è proprio il ribrezzo per ciò che "potrebbe" essere successo loro che scatena una paura sottocutanea, una compassione e un dispiacere che solo alla fine verranno fuori. Un ottimo film in definitiva, che consiglio davvero a chiunque di vedere per farsi un'idea di come un vero thriller psicologico dovrebbe essere girato.
Srpski film (2010)
quale sarà il prossimo passo?
È piuttosto difficile parlare di questo Srpski film (A Serbian film), forse è più difficile parlarne, analizzarlo lucidamente, che guardarlo. Sì perché questo è uno di quei film che si va a vedere sapendo benissimo quale sarà il suo effetto. Non credo esista qualcuno che l'ha visto senza essersi documentato a sufficienza su internet prima. Il problema è il dopo. Come descriverlo agli altri? Che voto dargli?
Dicevamo: quale sarà il prossimo passo del cinema horror? Ormai ci siamo abituati a vedere qualsiasi cosa su schermo e non mi fa tanto paura vedere una o più scene altamente controverse e disgustose, ciò che mi fa paura è il motivo che mi spinge a vederle! Provo piacere ad essere disgustato? Sono felice di avere la nausea quando le immagini diventano troppo esplicite? Non lo so, non sono uno psicologo, ma è evidente che i produttori di questa roba hanno fiutato l'affare, altrimenti non continuerebbero a proporre sempre nuove abominevoli assurdità. Assurdità che, per inciso, purtroppo accadono anche nella "vita vera", ma grazie al cielo nessuno ce le mostra con tutta la loro crudezza in tv.
Il film in sé è un incrocio tra un Lynch, un Von Trier, e qualcosa di un cineamatore qualsiasi di snuff porn movie. È molto violento ed esplicito, fino a toccare vette così alte di sadismo da apparire totalmente falso. Si propone di suscitare ribrezzo, e riesce nell'intento. Rimane comunque un dubbio fondamentale: c'è davvero bisogno di usare simili metafore visive per descrivere qualcosa (come la situazione sociale in Serbia)? Non si poteva fare in un altro modo? Non si poteva evitare di coinvolgere degli attori bambini? Non si poteva pensare ad una trama un pochino migliore, con qualche risvolto psicologico in più? Arrivato a questo punto eviterò di spoilerare, tanto in internet si trovano già discussioni chilometriche riguardanti le scene clou. Chiudo solo riproponendo la domanda iniziale: dove sta andando il cinema horror? Cosa vedremo sullo schermo dopo Antichrist, dopo Martyrs, e dopo questo A Serbian film? Quali aberranti scene si inventeranno per stupirci ancora? E soprattutto: perché?
The Man from Earth (2007)
interessante, ma sopravvalutato
The Man from Earth è un ottimo esempio di come si possa confezionare un film interessante, un cult movie per certi versi, senza spendere denaro, semplicemente affidandosi ad una buona sceneggiatura e ad un cast con del talento recitativo. Roba che in Italia non vedremo mai, insomma.
La pellicola è girata interamente in una stanza ed è costituita da un unico lungo dialogo tra la manciata di protagonisti circa il misterioso John Oldman, un professore che dopo 10 anni di carriera decide di partire improvvisamente per un altra città. A questo punto John rivela agli amici professori che in realtà lui ha migliaia di anni: i più pensano che stia scherzando, ma mano a mano che si prosegue con il discorso John riesce a guadagnare la loro fiducia rispondendo a decine e decine di domande, che compongono l'ossatura dell'intero film.
Come in uno spettacolo teatrale, lo spettatore si lascia coinvolgere non tanto dai luoghi o dalle azioni, ma dai dialoghi altamente d'interesse. La cosa positiva è l'impegno che denotano alcuni scambi di battute, in cui la parte scientifica pare molto curata (a parte alcuni errori come il discorso della Terra piatta e di Colombo). La cosa negativa è... beh, perché fare un film che poteva essere uno spettacolo teatrale? Perchè non fare un film FILM? Qualcosa che non sia un interminabile dialogo? E questa "limitazione" purtroppo si evince dal finale, che arriva di botto, con la scusa che John non ha più voglia di continuare il discorso, suggerendo allo spettatore attento che tutto poteva risolversi a 20 minuti dall'inizio della pellicola con il medesimo stratagemma. Questo mi ha fatto storcere un po' il naso. Ho pensato: ma come? Lo sceneggiatore ha fatto un ottimo lavoro fin qui e non ha saputo chiudere il dialogo se non con una resa repentina? Ma a parte questo, non c'è nulla che non vada nella pellicola e in definitiva ho apprezzato molto lo sforzo infuso nella sua produzione.
Home (2008)
un film particolare che non convince
Home è a metà tra un dramma familiare e una commedia grottesca e narra le vicende di una famiglia che si ritrova a vivere a ridosso di una autostrada. Assistiamo quindi alla disgregazione dell'unità familiare e al lento e inesorabile conflitto interno ad ogni singolo personaggio. Prima della fine del film ogni membro del nucleo cambia, in peggio nella maggior parte dei casi, e rivela un lato di sé che va a cozzare con gli altri familiari scatenando a volte dei conflitti violenti.
Il film in sé non sembra avere una vera e propria morale, ma piuttosto propone uno spaccato di vita anomalo distrutto dall'incombenza di un evento che, sebbene prevedibile, con il suo arrivo modifica irrimediabilmente i sentimenti che legano i protagonisti. Ottimi gli attori, dotati di una naturalezza invidiabile (soprattutto per le numerose, e a volte gratuite, scene di nudo integrale - scene che dovrebbero mostrarci l'intimità del nucleo, ma che alla fine risultano ridondanti) e piuttosto particolare l'atmosfera di disagio che viene a crearsi.
Detto questo, comunque la pellicola non decolla. Non si capisce esattamente dove si voleva andare a parare e francamente non si capisce neanche la metà delle scelte che compie il nucleo, come quella di rimanere comunque fino all'ultimo nella casa, fino all'estrema conseguenza (che forse c'è o forse non c'è, non ci è dato di sapere se il finale sia reale o solo immaginato). Insomma un film diverso dal solito, che mi sento di consigliare solo ad un pubblico adulto e attento.
The Losers (2010)
un onesto film d'azione senza pretese
The Losers è un onesto film d'azione senza pretese. Parte con esplosioni e combattimenti all'ultimo sangue e finisce allo stesso modo. Se gli si perdona qualche azione da fumetto, la pellicola scorre via senza problemi. Purtroppo non conosco l'opera da cui è tratto, quindi non posso azzardare paragoni, ma come film, a parte il finale aperto, è abbastanza coerente e non manca di stupire con qualche colpo di scena.
Gli attori sono in gamba, a parte forse Chris Evans (Jensen) che in teoria dovrebbe fare il personaggio simpatico, ma a me ha dato più che altro fastidio. Una sorpresa Jeffrey Dean Morgan, che dopo Watchmen è tornato alla ribalta con gran stile, anche se a conti fatti sembra sempre il sosia di Robert Downey Jr.
Insomma, un film da vedere per passare un paio d'ore spensierate, ma nulla di più. E se volevate vedere Zoe Saldana con la sua carrozzeria da urlo originale (Avatar vi dice nulla?), questo è sicuramente il film in cui potrete apprezzarla da ogni angolatura possibile.
Noein: Mô hitori no kimi he (2005)
semplicemente un capolavoro di fantascienza
È strano come a volte al grande pubblico sfuggano certi capolavori, sopratutto per quanto riguarda opere di fantascienza, in questo caso anime, come Ergo Proxy o questo Noein. Ed è ancora più strano se queste opere, tra migliaia, sono state importate in Italia e doppiate con un certo scrupolo.
Noein parla, a volte in modo piuttosto tecnico ed ermetico, di meccanica quantistica, in particolare della teoria del multiverso. La storia inizia con alcuni misteriosi personaggi in grado di compiere azioni prodigiose che sono alla ricerca di un oggetto in grado di salvare la propria realtà. Ma questo oggetto è rappresentato nel nostro universo parallelo da Haruka, la protagonista, e per poterla utilizzare è necessario ucciderla. Ma a questo punto Karasu, uno di questi guerrieri capaci di spostarsi tra le realtà parallele, si rifiuta di adempiere al proprio compito per amore di Haruka. Karasu si rivolta contro i propri simili e inizia a combattere contro tutto e tutti, per il bene di Haruka.
Metà storia di fantascienza, metà storia d'amore, Noein che a prima vista sembra essere rivolto ad un target piuttosto giovane, in realtà parla di sentimenti e intrecci piuttosto complessi. La stessa figura tragica di Noein e del suo folle piano è di una complessità psicologica piuttosto difficile da ritrovare in un anime dei nostri giorni. A volte effettivamente è possibile perdersi con le mille spiegazioni che vengono fornite per aiutare lo spettatore a farsi un'idea della tecnologia utilizzata o dei principi fondamentali della meccanica quantistica (viene addirittura spiegato il Gatto di Schrödinger!), ma la cosa vale sicuramente la pena.
Menzione particolare alla colonna sonora, dalla opening Idea ai pezzi orchestrali altamente evocativi che danno spessore alle scene drammatiche. Specialmente i temi di Karasu, con tutto il loro pathos a sottolineare il tormentato destino che gli è stato assegnato. Da ascoltare e riascoltare all'infinito. Altra menzione va ai combattimenti, che grazie ai poteri dei protagonisti si trasformano in balletti totalmente assurdi, specialmente contro le forze di Shangri-la.
Per chiudere, consiglio l'anime a tutti i patiti di fantascienza e azione, di tutte le età. Non fatevi scoraggiare dal tratto particolare dei disegni o dalle animazioni legnose qui e là. È sicuramente una delle esperienze più particolari che avrete con l'animazione giapponese.